“GIORNALISMO” E GIUSTIZIA

Facciamo un giochino. Prendiamo un episodio di cronaca che tempo fa aveva destato un certo scalpore a livello mediatico. Era fine novembre del 2017, quando alcuni skinheads, appartenenti all’Associazione “Veneto Fronte Skinheads”, entrarono in una riunione di una sigla comasca della galassia immigrazionista (“Como senza frontiere”, mi pare) per leggere ai presenti un documento non proprio in linea con l’idea di immigrazione che coltivavano i succitati filantropi cosmopoliti. Dopo la lettura del documento i militanti skinheads salutarono e se
ne andarono. Niente torture, niente scene pulp tutte arti mozzati e sangue che gronda dallo schermo, ma… Apriti cielo! Titoloni, schedature, etichettature tra le più fantasiose (di quelle ritenute mostrificanti, s’intende), sentenze preliminari per via mediatica che manco un pluriomicida…
Prendiamo adesso un giornalista a caso tra quelli che – ne esiste un discreto campionario – vivono per negazione, campano di riflesso (nel senso che grazie alle loro ossessioni portano a casa materialmente la pagnotta), un Berizzi qualsiasi, per esempio.
Infine prendiamo un articolo, sempre a caso, e sempre casualmente di tale Berizzi, e sostituiamo, per esempio «blitz anti stranieri» con AZIONE SIMBOLICA DI PROTESTA CONTRO L’IMMIGRAZIONE DI MASSA, «irruzione» con INGRESSO, «accerchi e terrorizzi i presenti; li costringi ad ascoltare» con RIMANI IN PIEDI NELLA SALA LEGGENDO IL DOCUMENTO, «proclama delirante sulla razza e gli stranieri» con DOCUMENTO DI CRITICA ASPRA ALL’IMMIGRAZIONISMO; allora, probabilmente, possiamo intuire perché ieri, martedì 28 marzo 2023, i 13 skinheads già condannati in primo grado dal Tribunale di Como per “violenza privata aggravata”, sono stati ASSOLTI dalla 2^ sezione penale della Corte d’Appello di Milano perché “IL FATTO NON SUSSISTE”; e perché possiamo anche
pensare che esistono ancora degli uomini di Giustizia in Italia, che giudicano non in base a teoremi, a discriminanti ideologiche o alla pressione della canea mediatica, ma secondo i fatti oggettivi appurati.
C’è del buono in questo mondo, padron Frodo, è giusto combattere per questo.

“Sam” Samvise Gamgee