DISORIENTATI NEL CLIMA PANDEMICO

Si chiude un altro anno all’insegna dell’incertezza, proiettati verso un futuro difficile da prospettare, fatta salva la certezza di un imperante impoverimento dell’intero tessuto economico e sociale. Il valzer dei dati sulla pandemia continua incessantemente a predominare, in assenza di un confronto obbiettivo, equilibrato, scevro da aprioristiche preclusioni. L’introduzione del super Green Pass, con tutte le problematiche annesse, ha compromesso il già tiepido ed affievolito senso di comunità, alimentando giorno dopo giorno quella surreale sorta di “guerra fredda” tra vaccinati e non vaccinati, caratterizzata da una acredine da tifoseria da stadio. L’agibilità del libero pensiero ha subito, ancora una volta nel corso degli ultimi decenni, un pesantissimo colpo; incontrovertibili verità precotte, calate dall’alto (sempre che di alto si possa parlare) ed ossequiosamente propalate dai media pressoché unilateralmente schierati. Omologazione che non accetta, o meglio, non tollera alcuna terza via.

La foto delle “politiche” legate all’emergenza sanitaria è tutta nelle note natalizie, cantate in forma ridicola dalle voci palesemente stonate di improbabili e prezzolati virologi da avanspettacolo, che infestano a senso unico i programmi televisivi nazionali.

Poche le voci fuori dal coro, rare le prese di posizione politiche, assenti le manifestazioni di piazza significative che non siano limitate nel protestare per settori d’interesse ed in ordine sparso anziché trovare una sintesi ed una coralità.

In conclusione nessuna prospettiva concreta, se non la speranza di evitare un’ulteriore proroga dello Stato di emergenza oltre il 31 marzo 2022.

Nel frattempo aumentano costantemente le “iniezioni” di quote immigratorie via mare e via terra, Covid o non Covid, accompagnate dalla solita pluridecennale litania dei progressisti: <<poche centinaia di “disperati” non possono costituire un problema per un paese come l’Italia>>. Lo dicono da oltre vent’anni …e i numeri si sommano.

A ruota continuano in maniera esponenziale anche gli aumenti di diversi prodotti e servizi, che investono tutti i settori, in primis quello energetico, dove da troppi decenni non viene promosso uno straccio di piano nazionale, nel rispetto di una ligia sudditanza ad interessi stranieri.

L’agricoltura nazionale, sempre più sotto assedio, quando non fagocitata da prodotti esteri di qualità scadente, non riesce a proporre un piano di difesa organico.

Le scuole sono in balia dell’educazione progressista, che ha in totale spregio qualunque legame con la tradizione; un’educazione intrisa di ideologia gender e di buonismo ipocrita. Il tanto agognato modello di riferimento ce lo spiega bene il rappresentante degli studenti dell’Università Normale di Pisa che lancia un monito circa la scarsità di alunni diversamente bianchi e soggetti di genere LGBT+ecc., ecc., tra gli alunni.

Questa è la classe dirigente futura che probabilmente andrà ad occupare i punti nevralgici dello Stato, per cui c’è poco da sperare.

A gennaio si terrà l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, che vede in prima posizione l’attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi il quale, direttamente dal Quirinale, potrà tranquillamente controllare le fila, nominando, come suo diritto, un nuovo Presidente del Consiglio, a lui affine e sodale, garantendo la continuità del suo operato.

In questo scenario sarà ancora più difficile auspicare una chiamata al voto in quanto, molto probabilmente, la legislatura continuerà fino a naturale scadenza. Nel frattempo occorrerà almeno metter mano alla legge elettorale in quanto, se rimanesse tale e quale, purtroppo, rimarrebbero i segretari di partito a decidere, come sempre, le sorti di un nuovo Parlamento.

Si ricordi che Berlusconi affermò di voler comporre la propria squadra di poche teste pensanti e il resto di “signorsì”…ed il risultato nel centrodestra si è visto.

Intanto, con la Speranza di non finire in Overdose, AUGURI DI BUON 2022.

Piero Puschiavo