“Tassazione sull’extragettito di grandi gruppi multinazionali e del sistema bancario”.
“Prelievo sugli extraprofitti delle banche”.
Roma 07 agosto 2023 – Decreto Asset, Consiglio dei Ministri
Indubbiamente non crediamo che, in soli due mesi, il governo Meloni sia stato folgorato ed ispirato dalle nostre posizioni ufficiali espresse nel documento politico https://progettonazionale.it/chi-siamo/ di Progetto Nazionale presentato a Verona in occasione della Giornata del Tesseramento svoltasi il 10 giugno scorso, ma dobbiamo avere l’onestà intellettuale, pur restando sempre attenti e critici, dettati da una propulsione pragmatica e costruttiva, di cogliere con un plauso questo recente provvedimento dell’esecutivo. Solitamente, nella storia repubblicana, i cosiddetti “decreti balneari”, emanati a ridosso delle ferie ferragostane, hanno quasi sempre fatto passare in sordina, provvedimenti spesso a favore del sistema bancario, dei grandi gruppi finanziari, a favore degli amici e degli amici degli amici.
Nulla al caso, evidentemente l’atmosfera estiva e vacanziera distrae maggiormente l’attenzione dell’opinione pubblica; così, come quando le famiglie sono sulle spiagge i topi d’appartamento imperversano, le manovre antipopolari di palazzo si intensificano. Da ricordare che gli incontri sul Britannia avvennero a bordo del panfilo inglese il 2 giugno 1992, mentre le prime svendite del patrimonio economico produttivo nazionale, partendo dallo smantellamento dell’IRI, iniziarono nel luglio del 1993, solo per ricordare le vicende più emblematiche, prodromi delle liberalizzazioni selvagge. Senza entrare nei tecnicismi del provvedimento che, in soldoni, prevede materialmente un “prelievo sugli extraprofitti delle banche” per raccogliere risorse per il calo della pressione fiscale su famiglie ed imprese, per il taglio del cuneo fiscale e per alimentare il fondo per i mutui sulla prima casa; nello specifico, il decreto istituisce, per l’anno 2023, una imposta straordinaria a carico degli intermediari finanziari, escluse le società di gestione dei fondi di investimento e le società di intermediazione mobiliare. Banche colpite nel segno, ma ovviamente non affondate; giustamente è stato ritenuto corretto e ragionevole andare ad esercitare una “correzione” sui miliardi caduti a pioggia, proprio come la manna dal cielo, non tanto derivanti da ulteriori abilità finanziarie ed imprenditoriali dei board esecutivi degli istituti di credito, ma da quanto macinato grazie all’aumento dei tassi di interesse operato nell’ultimo anno dalla BCE che ha appunto “regalato” profitti mostruosi al sistema bancario, sempre a danno di famiglie ed imprese.
Si poteva fare di più, non è sufficiente, ci sono le ricadute in borsa, aumenteranno le commissioni ai correntisti, è una manovra illiberale…queste le più diffuse critiche provenienti da ogni dove, compresi alcuni elementi della stessa maggioranza. Certo, si può sempre fare meglio ma, al di là degli equilibri interni alla stessa maggioranza ed ai difficili rapporti con il mondo economico finanziario, rimane pur sempre un inizio che auguriamo abbia un seguito, un concreto e coraggioso provvedimento che dobbiamo convintamente cogliere con un plauso, auspicando che rappresenti un’inversione di tendenza nei confronti di un mondo, quello bancario, verso cui persistono tutt’ora rapporti di sudditanza e riverenza da parte della politica di ogni colore.
La denuncia del “sistema bancario truffaldino”, gli attacchi alle “nefaste storture del sistema monetario” hanno sempre caratterizzato le ‘nostre’ principali battaglie politiche e non saremo mai pienamente soddisfatti fino a quando vedremo, forse da idealisti sognatori recuperare il “primato della politica sull’economia”, fino a quando non si tornerà a capire la differenza tra economia reale e produttiva e quella virtuale e speculativa. Con l’aumento indiscriminato dei tassi di interesse, famiglie ed imprese hanno visto impennare le rate dei mutui ma, d’altro canto, chi ha i conti correnti in positivo ha notato forse proporzionati aumenti della remunerazione sui depositi?
Forse dalla legge anti-usura del 1996, chi ha dovuto accollarsi interessi su interessi sui fidi, in applicazione di un anatocismo oramai condannato, ha visto qualche banchiere andare in galera, come è di norma negli USA? La privatissima BCE può indiscriminatamente continuare ad alzare i tassi di interesse, ma il governo italiano, piaccia o no, espressione della volontà popolare, non può decidere di drenare legittimamente risorse, in funzione dei profitti realizzati, per destinarle a famiglie e ad imprese?
Nel provvedimento è previsto “una tantum” solamente per il 2023, perché non renderlo permanente? Potremmo andare oltre; ovvero, che se le banche pagassero le tasse non solo sul saldo attivo degli interessi e commissioni, ma sugli stessi capitali, creati dal nulla, sarebbe un ulteriore e cospicuo aiuto per le casse pubbliche, ma forse pretendiamo, per il momento, un po’ troppo… Non sono mancate ovviamente le commedie dell’opposizione, con il leader del M5S su tutti che rivendica la paternità di un provvedimento che durante il suo mandato non ha mai avuto il coraggio di mettere in atto, unitamente ad un PD che, probabilmente, oggi spera che dall’extragettito rimanga qualche soldino anche per il “povero” Fassino…
Piero Puschiavo