LOCKDOWN: CUI PRODEST?

Lock down text with metal chain and lock, 3d illustration.

Se idealmente ci ponessimo la domanda “a chi giovano questi lockdown?”, la risposta potrebbe essere: probabilmente a nessuno.
In Italia, se prendiamo come periodo di riferimento la scoperta di quello che verrà definito il “paziente 1” – o almeno di quello che fu certificato essere il primo caso di positività al covid – 19 – fino ad aprile 2021, di chiusure varie atte a limitare i contagi sull’intera Penisola, ne abbiamo viste e, conseguentemente, subite più d’una.
Tra i vari primati, poco rincuoranti e per nulla motivo di orgoglio, abbiamo pure quello di essere stati il primo Paese, tra gli stati occidentali, ad adottare misure di questo tipo ed eravamo a inizio marzo, esattamente il giorno 9, dello scorso anno.
Data del primo lockdown totale che doveva, inizialmente, durare sino al 3 aprile ma che in realtà si protrarrà fino a inizio maggio, inizio di quella che verrà definita “fase 2” la quale darà il passo, dall’11 giugno, alla conseguente “fase 3” dopo che a detta dei virologi ci fu un rallentamento della prima ondata di contagi.
Rallentamento dovuto a queste chiusure più o meno generalizzate?
Lo vedremo tra poco…
Il 13 ottobre viene inaugurata la seconda ondata di contagi e, di conseguenza, vengono messi in atto nuovi DPCM restrittivi tra coprifuoco, riduzione della capacità dei locali, DAD nelle scuole e nascita del sistema a colori per le fasce di rischio fino all’ulteriore stretta di Natale e Capodanno.
Il 14 gennaio del nuovo anno vede l’uscita di un nuovo DPCM che durerà fino al 5 marzo e che, in quella data, verrà ripreso dal nuovo Premier Draghi.
Anticipati da promesse mai mantenute, dall’allora Governo Conte, tutti questi decreti restrittivi emanati in un anno di emergenza sanitaria hanno portato a risultati per nulla risolutivi e, probabilmente, catastrofici a livello di costi e di qualità della vita del cittadino.
Un’analisi costi/benefici dovrebbe essere fatta da un singolo Governo per poter poi decidere se l’effettivo prorogarsi di ulteriori restrizioni valga la pena essere attuato, scongiurando certo un collasso sanitario che oggi anche grazie ai vaccini (?) non dovrebbe preoccupare più di tanto.
Secondo Philippe Lemoine, ricercatore e analista del Center for the Study of Partisanship and Ideology (Cspi), ad oggi questi lockdown e restrizioni sono inefficaci in quanto “fino a quando un numero sufficiente di persone non avrà acquisito l’immunità attraverso l’infezione naturale o la vaccinazione, questo effetto è solo temporaneo e alla fine l’incidenza ricomincia a crescere perché la popolazione torna a un comportamento più regolare”.
Secondo il Codacons “I dati che arrivano dall’Istat sono peggiori delle aspettative. Il forte impoverimento delle famiglie, infatti, porta oggi il 30% circa dei nuclei residenti in Italia ad avere difficoltà nel pagamento di rate e prestiti; addirittura il 40% delle famiglie ha difficoltà a pagare l’affitto, e tutto ciò mentre cresce la pressione fiscale nel nostro paese – afferma l’associazione – I bonus a pioggia varati dal Governo e le misure di sostegno avviate durante la pandemia si sono rivelate, come dimostrano i dati Istat, del tutto insufficienti”.
Proprio la pressione fiscale ha raggiunto il 52%, top dal 2014, e questo tsunami pandemico, se prendiamo come esempio il settore della ristorazione, secondo i dati Ismea ha portato ad un crack di 34 miliardi di euro.
In Italia chi doveva prendersi carico di questa emergenza, rivestendo in toto la carica che aveva, proponendo soluzioni sensate, doveva essere il Ministro Speranza ma tutti sappiamo e abbiamo sotto gli occhi, anche dopo la sua fresca calata di maschera, com’è andata a finire e quali fossero i suoi veri interessi.
Tralasciando il capitolo vaccini – non perché meno importante ma semplicemente perché merita una disamina a parte – che ha ormai un interesse economico che si può equiparare a quello energetico e che si può benissimo inserire in un contesto geopolitico di prim’ordine, possiamo affermare che “grazie” a queste obbligate restrizioni e ai media che propinano – in maniera eufemistica – notizie quantomeno lontane dalla verità, non siamo nemmeno spettatori dei cambiamenti che ci ritroveremo.
In tutto ciò, ora, siamo nelle mani di chi si è già definito il “Governo dei Migliori” il quale dovrà fare in modo che riprendano i consumi, iniziando col ridurre la tassazione per beni e servizi indispensabili, facendo di conseguenza ripartire l’economia di un Paese messo in ginocchio.
D’altronde come diceva Franco Nero nel film “Il cittadino si ribella”, datato 1974, “lo Stato è come una divinità, noi gli dobbiamo tutto e che ci da lui in cambio? Niente”.
Chi vivrà vedrà…

ZON
Progetto Nazionale – Circolo di Cerea