IL PERICOLO MES GIÀ DAL 2012: LA NOSTRA PREVEGGENZA

Pubblichiamo un nostro scritto del 23 marzo 2012 durante il Governo Monti, che ci pare attualissimo alla luce di quanto giustamente bocciato in questi giorni dal Parlamento.
Ricordiamo che sin dall’inizio della proposta sul MES avevamo capito la sua pericolosità poiché da sempre la nostra battaglia si basa anche contro questi presidi sovranazionali volti a soggiogare le nazioni e i suoi cittadini a favore del sistema bancario e dell’apparato burocratico dell’Unione Europea.

L’UNIONE DEL DEBITO
Il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), tanto poco pubblicizzato dai media di regime, non è altro che l’ennesima propaggine dell’attuazione delle linee guida del Trattato di Maastricht e del Trattato di Lisbona; il completamento che sancisce l’ennesima creazione di una istituzione non eletta da nessuno, ma che si arroga il diritto di segnare il destino di milioni di cittadini europei e probabilmente delle generazioni future, in un’Europa sempre meno democratica e sempre più in balia dei potentati economico-finanziari.
Il MES, un organo permanente, è nato dalla sottoscrizione dei ministri delle Finanze dei 17 paesi europei che hanno aderito, con l’intento di far sborsare ai cittadini centinaia di miliardi di euro, a vantaggio dei fondi di salvataggio dell’euro (EFSM e EFSF) e di soffocare i parlamenti nazionali, già ampiamente esautorati dalle loro funzioni principali; in particolar modo in campo economico-monetario.
Gli Stati aderenti al MES, le cui singole legislazioni nazionali rimangono subordinate a questo Trattato, si impegnano incondizionatamente a pagare qualsiasi somma irrevocabilmente alla richiesta.
Il MES è composto appunto dai 17 ministri delle Finanze dei 17 paesi membri, oltre a tre ‘osservatori’: il membro della Commissione Europea Responsabile per gli Affari economici e monetari, il Presidente dell’Eurogruppo e il Presidente della Banca Centrale Europea.
Come ben vedete, tutti organismi non eletti, i cui rappresentanti non sono stati scelti da nessuno e che la maggior parte della gente nemmeno conosce.
Lo stesso organismo e tutti i suoi membri godono inoltre, per privilegio comunitario, della totale immunità davanti a qualunque provvedimento giuridico; la mera espressione insolente ed arrogante di una dittatura permanente dotata della più totale impunità.
Un’opera degna di un vero e proprio colpo di Stato, in cui per l’ennesima volta, assistiamo alla presa ed al controllo reale del potere attraverso la limitazione dei Parlamenti nazionali democraticamente eletti per i quali non è previsto nemmeno alcun diritto di veto; un colpo di stato realizzato in 17 paesi contemporaneamente.
Il frutto di un disegno strategico intessuto nei salotti ovattati della cupola bancaria con l’obiettivo, proprio attraverso anche quest’organismo, di svuotare le casse degli Stati, senza che i parlamenti possano opporvisi e creare, alimentare e condurre la crisi per prendere il potere.
E’ proprio quando un Paese viene indebolito, soprattutto da difficoltà economiche e sociali e versa in uno stato di disorganizzazione generale che i potentati economico-finanziari possono riordinare gli affari a loro piacimento.
Un copione già messo in scena dai sostenitori del liberismo selvaggio, già applicato in molti altri paesi: una volta creato il panico ed un allarmismo esasperato, i parlamenti accettano le misure di emergenza e via che si rastrellano le risorse dal mercato, da famiglie ed imprese, per destinarle ai banchieri. Prima le banche originano il problema, pianificano, alimentano e conducono la crisi, poi beneficiano dei finanziamenti di emergenza; tanto le perdite le pagano sempre i cittadini.
Anche in Italia copione rispettato: “è necessario fare dei sacrifici” ci hanno detto, “dobbiamo aumentare le tasse”. Ma le tasse imposte dal governo Monti servono davvero ad uscire dal baratro e ad evitare il famigerato ‘default’ o verranno utilizzate per altro?
Servono invece per corrispondere la cifra di €. 125.395.900.000 al nuovo organo sovranazionale europeo; perché questa è la quota che dovrà corrispondere l’Italia. Ecco quindi come verranno utilizzati i soldi ricavati dalle manovre finanziarie che è venuto ad imporci, richieste a gran voce proprio dagli organi sovranazionali europei; qualcuno ricorda forse la famosa lettera della BCE…?
Ma dopo Budapest e Atene ora tocca a Roma!

Progetto Nazionale