RENZI E I DECRETI IM-POPOLARI

Tra i tanti provvedimenti d’urgenza necessari per dare risposte ai reali problemi che investono il nostro Paese, quali motivi di necessità c’erano per far approvare con un decreto dell’ultimo minuto, la riforma radicale delle banche popolari?

Basterebbe una risposta a tale interrogativo per comprendere a chi giova l’ennesima operazione funzionale ad assecondare solo ed esclusivamente gli interessi di una ristretta cerchia di persone.

L’”Investment compact” che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, quasi con un colpo di spugna, ha inteso approvare in Consiglio dei ministri è volto a riformare completamente la governance delle prime dieci banche popolari, eliminando il principio fondamentale della cooperazione, il voto capitario.

Ma a chi giova tale modifica se non ai padroni del mercato, stranieri in primis, che repentinamente hanno iniziato a scalare appetibili casseforti del risparmio nostrano.

In una quasi ridicola nota diramata subito dopo da Palazzo Chigi si motiva la decisione giustificando che: “La finalità ultima dell’intervento è di garantire che la liquidità disponibile si trasformi in credito a famiglie e imprese e favorire la disponibilità di servizi migliori e prezzi più contenuti”. (dal sito della presidenza del Consiglio).

Molto probabilmente su Renzi & C. hanno influito pressioni derivanti da influenti lobbies che stanno passando all’incasso per il sostegno a lui garantito fino ad ora.

In questa sorta di Risiko bancario, gestito e condizionato da oligopoli finanziari stranieri, viene coinvolto anche tutto il sistema del credito cooperativo, finalizzato, quanto meno nello spirito, a salvaguardare l’economia territoriale e lo sviluppo del mondo mutualistico. Tuttavia questa riforma non sembra porsi in questa direzione; il tentativo dell’esecutivo di agevolare una concentrazione degli istituti di credito sembrerebbe andare a discapito di quei soggetti, soprattutto famiglie e pmi, che già ora faticano ad ottenere l’accesso al credito e che, soprattutto nel corso di questi ultimi anni, hanno trovato degli interlocutori più attenti e disponibili rispetto ad altri, proprio nelle banche cooperative.

Le banche popolari rappresentano prede ideali per il grande capitale finanziario internazionale, e bisogna togliere di mezzo le leggi che le tutelano.

Ma nessuno grida allo scandalo, nessuna forza politica prende posizione ufficialmente, salvo qualche singolo esponente e sul fatto cala uno spaventoso silenzio.

Ma non preoccupatevi, l’attenzione dell’opinione pubblica ha trovato la giusta collocazione; è iniziata “L’isola dei famosi”…

Manuel Negri – Responsabile Linea Politica