I recenti accadimenti che stanno investendo l’Afghanistan stanno scatenando dichiarazioni a dir poco frettolose e gratuite. I troppi strateghi e analisti di politica estera, anche in veste istituzionale, provenienti da opposti schieramenti politici, rimangono tutti allineati nel puntare il dito sui ‘cattivi talebani’, così come imposto dal ‘politicamente corretto’ di matrice iperliberista.
Anni e anni di missioni di pace fasulle finiscono in un clamoroso nulla di fatto, lasciando purtroppo una pesante eredità di 53 caduti solamente tra i soldati italiani, senza considerare i costi sostenuti. Occorre, evitando la superficialità, approfondire la questione a molteplici aspetti.
Sul piano economico l’effetto del “nuovo” presidente USA Biden, fortemente correlato alle lobby farmaceutiche più che a quelle degli armamenti, non ha nessun interesse (economico e non per questioni ideologiche) a perpetrare ripetuti conflitti in giro per il mondo.
Dal punto di vista geopolitico è palese che il sostegno al regime Talebano viene soprattutto dal Pakistan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi (a maggioranza Wahabita) che fungono, guarda caso, da cintura attorno al tanto odiato Iran, grazie alla loro collocazione geografica.
Inoltre, questa strategia, che interessa fortemente USA ed Israele, da sempre nemici giurati della Repubblica Islamica dell’Iran, può essere sfruttata come cuscinetto di divisione tra Iran e Russia mentre gli USA, apparentemente defilati, scaricano il compito di risoluzione ad altri, lasciando volutamente nel caos un’intera area geografica che potrebbe risultare di interesse strategico non solo per la Russia ma anche per il tanto odiato nemico cinese, improntato a completare la ‘via della seta’.
L’Europa, indignatasi attraverso le facce impomatate dei suoi rappresentanti, rimane come sempre all’angolo non riuscendo a trovare una propria strategia, ma soprattutto senza una propria dignità. Tutti si interrogano sul fallimento delle missioni, spacciate come sempre a carattere umanitario e di pace, scongiurando il pericolo talebano e le loro interpretazioni delle leggi coraniche, ma nessuno pone il problema dell’immigrazione che porterà, attraverso la “rotta balcanica” migliaia di profughi destinati al suolo europeo.
Senza tralasciare manifestazioni LGBT e sozzerie varie di stampo occidentale, promosse e sostenute pure dall’ambasciata americana a Kabul, che portano un popolo fortemente legato alle proprie tradizioni a rafforzare sempre di più il proprio credo religioso. Non a caso buona parte dell’esercito regolare ha subito disertato dopo la partenza del contingente americano.
E mentre l’occidente è in inarrestabile declino, con l’Europa immersa nei sogni estivi, i fondamentalismi
crescono, sfuggendo di mano come la fantomatica fuga in motocicletta del mullah Omar.
Piero Puschiavo
Progetto Nazionale