DALLA BOLKESTEIN AL TTIP : LA FINE DEL LAVORO E DELLO STATO SOCIALE

La società contemporanea, succube delle dinamiche imposte dalla globalizzazione, soffre irreversibilmente di processi che producono povertà;una povertà che sottintende la preclusione del senso di appartenenza ad una comunità e del suo tessuto di relazioni, condizione fondamentale della in-cultura, della solitudine, 

delle sindromi ansioso-depressive, delle ossessioni estetiche, del consumismo, delle droghe, della precarietà lavorativa e dell’impotenza a costruirsi una famiglia.Il ruolo vitale di uno Stato sociale sempre presente ed efficiente, rappresentava un saldo baluardo su cui ogni famiglia poteva contare: vari tipi di sussidi ed assistenze come le pensioni, i servizi sociali, la scuola pubblica, il servizio sanitario, i consultori, rappresentavano quel senso di sicurezza e di appartenenza che solo uno Stato vero può garantire ai suoi cittadini.Grazie alla direttiva Bolkestein, ed oggi all’adozione del TTIP, l’UE si prepara ad affondare, definitivamente ed a breve, ciò che resta del ‘modello sociale europeo’; già ampiamente agonizzante a causa delle massicce e sempre più frequenti privatizzazioni che si sono succedute nel corso di questi anni, sia per la continua messa in discussione dei diritti sociali e del lavoro.Tali direttive, contribuiscono a rendere ulteriormente precario ed a smantellare interamente lo statuto dei lavoratori, distruggendo ogni diritto.Con la scusa di ‘diminuire la burocrazia e ridurre i vincoli alla competitività nei servizi’, così come decantato dai suoi fautori e sostenitori; si otterranno invece le ovvie conseguenze della privatizzazione delle attività di servizio di qualunque impresa produttiva, comprese quelle pubbliche come istruzione e sanità, la destrutturazione del mercato del lavoro attraverso la sua precarizzazione e la diffusione di contratti sempre più restrittivi.Irrisorie saranno invece le eventuali possibilità di intervento del mondo sindacale (esclusa la triplice in quanto funzionale ad ogni gioco di potere) e, soprattutto, da parte delle istituzioni locali e nazionali, private della loro facoltà di esercitare le proprie linee guida in materia di politica economica e sociale.In tale contesto è evidente che verrà a mancare ogni tipo di garanzia sociale ed ambientale, di diritti e tutela lavorativa, anzi gli effetti esemplari si esemplificheranno in una sorta di gigantesco caporalato a livello globale.Questo è l’incubo che ci attende, un lavoro senza certezze economiche né tutele e, di conseguenza, una vita senza più alcuna protezione sociale.E non è certo un caso se la gran parte del mondo dell’informazione, dei partiti politici, salvo rari ed isolati tentativi di denuncia, e dei sindacati confederati, tacciono su di un evento così drammatico per il nostro futuro.

Manuel NEGRI – Responsabile linea politica