Traendo spunto da articoli di giornale che riportano le dichiarazioni degli stessi immigrati, sull’argomento abbiamo scritto a più riprese, le ultime in ordine cronologico a fine agosto.
(vedi http://www.progettonazionaleverona.it/presunti-profughi-la-stragrande-maggioranza-costituita-maschi/ e http://www.progettonazionaleverona.it/fuggono-fame-miseria-giovani-maschi-forti-sani/). Ci torniamo oggi, dopo aver letto un articolo sul quotidiano L’Arena, “SPARITI NEL NULLA QUATTRO PROFUGHI OSPITI A SAN VITO” (pag. 38), in cui si cita la dichiarazione di un somalo ventenne, tale Mahamoud Abdifitah, ospite nella frazione legnaghese: «Sono fuggito dalla Somalia…perché non possedevo più nulla: ho trascorso otto mesi in Libia, prigioniero di chi mi doveva traghettare in Europa, prima di imbarcarmi su un piccolo natante poi intercettato da una nave spagnola che ci ha portato in salvo in 700 a Taranto. Per il viaggio, i miei familiari hanno sborsato 12mila dollari, ora voglio raggiungere l’Inghilterra». Ora, nessuno vuol qui negare che chi intraprende un cosiddetto “viaggio della speranza” affronti rischi e pericoli che spesso nemmeno lontanamente immaginiamo qui nel nostro finto Eldorado occidentale; che questo poi sia dettato dal coraggio, dall’intraprendenza, dall’incoscienza, dalla disperazione o da altro, è cosa da stabilire e su cui si dovrebbe discutere e ragionare, ma affermazioni come quella sopra riportata offendono il buon senso e l’intelligenza media! DODICIMILA DOLLARI sborsati dai familiari di chi “NON POSSEDEVA PIÙ NULLA” è un non senso che fa a pugni con la logica più elementare. Dodicimila dollari in Somalia, per giunta, non a Las Vegas…Sarebbe interessante chiedere a qualche volontario di qualche associazione che opera in Africa cosa si può fare con dodicimila dollari! L’importante non è la verità, ma la narrazione, e loro, i sedicenti “profughi”, lo hanno capito molto bene, e comunque qualcuno che spiega loro casa dire e come fare, nelle cinghie di trasmissione dell’immigrazionismo volto alla sostituzione etnica, lo trovano sempre.
Luca Zampini – Coordinatore provinciale di VERONA