L’OPERA DEL CAPITALISMO SINISTRO: BATTITORI D’ASTA DAL 1992

Utilizzare senza possedere è il futuro del nuovo comunismo in salsa capitalista, questo ciò che potrebbe verificarsi a crisi pandemica finita.
Enormi capitali in ingresso nel nostro paese, grazie ad una continua e pilotata svendita del sistema economico-produttivo nazionale e, perché no, come in Grecia, anche di edifici storici e monumenti, al fine di ‘distribuire’ un momentaneo stile di vita apparentemente proiettato verso l’alto ma totalmente standardizzato, tanto da richiamare nella forma una sorta di collettivismo comunista, anche se la proprietà ed il destino dei popoli saranno controllate e manipolate dal capitale anonimo e cosmopolita, ancor più privo di scrupoli del Soviet supremo. Vivere il presente senza una minima prospettiva futura, inebriati da un edonismo esasperato, ma soprattutto omologati e ridotti a meri individui-robot dediti esclusivamente al consumo ma scippati sempre più della libertà di pensiero. Questo l’obiettivo!
Potremmo scorgere, contrariamente alle nefaste previsioni economiche, un temporaneo New Deal “dragoniano”, funzionale ad indebitare ulteriormente il nostro Paese, poi costretto, ormai privo di risorse, a cedere i propri beni, svendendo il patrimonio nazionale, aziende strategiche, monumenti, coste, porti…
Il tanto acclamato governo Monti, sostenuto da centro-sinistra e centro-destra, rimane un brutto ricordo, soprattutto per le famiglie rimaste orfane di tanti imprenditori suicidi, ed oggi, in perfetta continuità e per far capire chi comanda veramente, ecco giungere l’acclamazione a favore di Mario Draghi, addirittura anche dalla CGIL, lo stesso che, unitamente alla ‘banda’ Ciampi e Prodi, operò, dal 1992 allo smantellamento ed alla svendita dei pezzi più importanti del patrimonio industriale italiano. Sebbene più di qualcuno ne continui a tessere le lodi, soprattutto per la sua azione finalizzata all’acquisto di una parte del debito pubblico italiano al tempo in cui presiedeva la Banca Centrale Europea, con la giustificante che altrimenti avremmo fatto la fine della Grecia; questo qualcuno si dimentica di precisare che il Quantitative Easing rimane un’operazione a debito che pagheranno le future generazioni. Su questo ne avevamo già parlato lo scorso marzo in questo articolo https://progettonazionale.it/dalla-bce-nessun-aiuto-concreto/ e addirittura nel luglio 2017 https://progettonazionale.it/draghi-sentenziai-mercati-volanole-banche-gongolanoma-il-popolo-piange-miseria/
Da precisare, che Bruxelles e Francoforte non avrebbero mai avuto nessun interesse a far crollare realmente l’Italia, considerando la rilevante differenza di PIL e soprattutto di patrimonio con il paese ellenico, in quanto sarebbe sufficiente il solo PIL del Veneto per essere alla pari con quello greco, senza contare un patrimonio immobiliare superiore di 6 volte.
Utilizzando la terminologia anglosassone, tanto cara a questi personaggi, possiamo tranquillamente affermare che innanzi a palazzo Chigi si potrebbe affiggere un’insegna significativa degli ultimi governi: “Auctioneers since 1992” ; ovvero battitori d’asta dal 1992.
Mario Draghi, già allievo del chiacchierato economista Federico Caffè, già uomo di Goldman Sachs, la privatissima banca d’affari che acquisì l’immenso patrimonio immobiliare dell’ENI tanto che Francesco Cossiga lo definì pubblicamente ‘vile affarista’, si appresta a salire sul pulpito.
La liquidazione e la svendita totale diventano quindi fondamentali, ma al tempo stesso esiziali per l’Italia.
Non so se sia una buona o cattiva notizia ma questo purtroppo rappresenta lo specchio di ciò che si sta andando a delineare.
Si prospetta quindi un futuro molto pericoloso, con la sola speranza che, alla prossima tornata elettorale, (sebbene dal 2011 si susseguono esecutivi che non rappresentano la volontà popolare in palese violazione dell’art. 1 della Costituzione), possa affermarsi una maggioranza politica che si impegni realmente per l’interesse del Paese e che sappia farsi rispettare quale elemento fondamentale per un’Europa delle patrie. Se l’Italia ha bisogno dell’Europa, l’Europa non può esistere senza l’Italia. Un punto fermo che la politica italiana ha purtroppo dimenticato.

Piero Puschiavo
Progetto Nazionale