Chiamata alle piazze, rigorosamente in ordine sparso, con bandiere blu a 12 stelle issate in bella vista dalle amministrazioni e vessilli arcobaleno della pace per chiedere la guerra; questo il succo dei recenti scenari del teatrino politico nazionale.
Dietro il riarmo dell’Europa, di cui occorrerebbe una analisi più profonda, non possiamo escludere che si celino anche enormi interessi economici, per arricchire aziende tedesche e francesi, ma anche, solamente di facciata, ‘di casa nostra’.
Nello specifico, la manifestazione organizzata da Michele Serra di Repubblica, viene palesemente patrocinata dalla famiglia Elkann, fortemente interessata ad ambire ad una fetta delle commesse del riarmo europeo attraverso Iveco Defence Vehicles ed il Consorzio Iveco Oto Melara. Ma che cosa ci può essere di economicamente interessante dietro il riarmo?
Si chiamano Etf (Exchange-traded found), ovvero prodotti finanziari che replicano un indice e che sono, in larga misura, creati dai grandi fondi. Negli ultimi mesi stanno ovviamente avendo un gran successo poiché hanno ad oggetto indici direttamente legati all’industria delle armi.
Il meccanismo è semplice: il grande fondo – ad esempio BlackRock, uno a caso – realizza un Etf legato ad un indice creato dallo stesso fondo e, ora, la gran moda è quella di creare indici con i titoli delle principali società produttrici di armi, da quelle americane a quelle europee che, si prevede, beneficeranno del mega Piano Von der Leyen. Guarda caso questo tipo di Etf stanno raccogliendo in misura crescente il risparmio degli europei a cui vengono venduti dai loro gestori che hanno comprato gli stessi Etf dai grandi fondi. Il clima di guerra ha reso “necessario” il finanziamento del riarmo e su questa necessità sono stati costruiti strumenti che attraggono il risparmio collettivo rendendo tutti quanti finanziatori, più o meno consapevoli, della corsa agli armamenti.
In sintesi; il riarmo europeo arma anche la finanza più dell’Unione europea, anche perché dei 457 miliardi di euro già spesi, ogni anno, dall’Unione più la Gran Bretagna, oltre la metà si traduce in acquisti di armi prodotte negli Stati Uniti.
Intanto iniziamo a rafforzare la difesa interna, magari col potenziare l’esercito addestrandolo alla guerriglia urbana visto che le nostre città, sono sempre più in balia di balordi, maranza e sedicenti ‘risorse’ senza arte né parte, provenienti da ogni dove.
Manuel Negri
DIETRO LE BUFFONATE DI PIAZZA ANCHE GLI AVVOLTOI DELLA FINANZA
