In linea a tutte le pagliacciate partorite dall’eco-radical-progressismo, sbarca anche in Italia – grazie agli utili e funzionali “scimmiotti” – la campagna “Tourist go home” contro il settore del turismo.
Sebbene siano ritenuti piccoli segnali che sono già comparsi in svariate città quali Palermo, Firenze, Napoli e Verona, il fenomeno non va sottovalutato.
Visto la solita “vile ed anonima strategia” è possibile presumere siano gli stessi, o comunque sicuramente simili e sodali, ai fautori del “Refuges welcome” a favore dell’accoglienza indiscriminata, portatrice di numerosi e grandissimi disagi.
Una realtà come quella italiana, in cui la voce turismo recita un ruolo di primo piano, che vive anche e soprattutto di turismo, non può permettersi che in periodi di massima affluenza sia consentito allarmare e spaventare gli ospiti; turisti spesso rimasti attoniti e disorientati da un’azione di questo tipo; turisti che drenano dalle proprie tasche fior fior di euro per beneficiare delle grandi bellezze che offre l’Italia. Sono azioni, per quanto simboliche, che minano la percezione di ospitalità.
“Sono semplici adesivi ed innocenti scritte” sentenzierà sicuramente qualche scribacchino allineato e livoroso, anche se poi, in Italia, per casi diversi, basta un semplice simbolo a matita per scatenare isterismi su “razzismo” o addirittura “antisemitismo”, oppure è sufficiente una scritta contro la presunzione e l’arroganza delle associazioni LGBT+ & company, per aizzare i “paladini” (non più sicuramente dei lavoratori) della CGIL e del ciarpame mediatico allineato; o ancora laddove un banale post pubblicato su una piattaforma sociale qualsiasi ritenuto “non in linea con gli standard” determina il rischio di pesanti conseguenze giudiziarie.
Ovviamente c’è turismo e turismo, educato e meno educato, esistono operatori del settore onesti e altri meno rispettosi delle regole e degli adempimenti, ma ciò non giustifica il tollerare un fenomeno che possa prendere come spunto le scene viste a Barcellona dove un gruppo di “zecche misto mare” inveivano impuniti nei confronti di ignari turisti in visita in Spagna.
Ora non stiamo parlando degli orsi in Trentino Alto Adige o dei lupi in Veneto con i quali è meglio evitare l’incontro, ma di una minoranza di idioti, l’incontro coi quali può solamente recare disturbo all’olfatto in virtù della loro scarsa confidenza con i prodotti per la pulizia personale.
Nel frattempo, in pieno clima balneare, ritorna di scena il dibattito sul diritto di cittadinanza, attraverso la “scorciatoia” dello IUS SCHOLAE, subdola anticamera dell’irricevibile IUS SOLI.
Piero Puschiavo