MAMMA CUORE DELLA SOCIETÀ: UN RITORNO ALLE RADICI, ALLA RISCOPERTA DELL’ARCHETIPO MATERNO

Mother and a baby

Un articolo di Emilio Giuliana pubblicato su “La Voce del Trentino.it”

L’etimologia della parola madre è da ricondursi alla lingua sanscrita; essa rimanda alla radice sanscrita “ma-“ con il significato primario di misurare, ma anche di preparare, formare. Da questa radice deriva poi il termine “matr”, che diventerà mater in latino, colei che ordina e prepara, donando il suo corpo e sopportando il dolore, il frutto dell’amore, alla vita.
Il primo suono che un bambino percepisce nella pancia della mamma è il battito del suo cuore. Il primo segnale di vita di ciò che si svilupperà in embrione e poi in feto è un piccolo battito nell’uovo formato dallo spermatozoo e l’ovulo: è il battito che permetterà a quel piccolo seme di vita, quell’essere umano in potenza, di svilupparsi, crescere, vivere.
In questo suono è racchiuso il legame con la vita, con la madre e di conseguenza con tutto ciò che riguarda il nostro stare al mondo: va dal sentirsi amati all’essere consapevoli che essere nutriti, sostenuti e curati sono nostri diritti di nascita, sono le radici che ci permetteranno di diventare delle persone sicure delle proprie capacità, fiduciose nella vita e con un rapporto sano con gli altri.
C’è tutto un universo in un battito, ecco perché a volte basta posare la testa sul petto di qualcuno che ci offre un riparo tra le sue braccia e lasciarsi andare al ritmo del suo cuore per lasciare vecchie ferite sfociare in un pianto catartico.
Il mistero della vita sta lì: in un battito, è quindi naturale tornare a quel suono primordiale per guarire alcune ferite del nostro bambino interiore.
È il battito della madre, e per estensione di Madre Terra ‒ la madre di tutti gli esseri viventi ‒ che i primi uomini e donne hanno cercato di riprodurre: ascoltare musica è un modo per ritornare ad uno stato tale di coscienza da permettere una comunicazione diretta tra l’archetipo materno e l’individuo.
In questo caso non si tratta più della madre individuale ma del principio materno per eccellenza con il quale ci si ricollega, come se fosse una porta sull’infinito. Nel battito del cuore c’è il suono, la frequenza della creazione, della vita stessa.
Di per sé è riduttivo – seppur comprensibile- limitare ad una data specifica la festa della mamma, perché la mamma è perpetuamente festa, così come l’etimologia del termine, spiega: “Riporta al focolare domestico/focolare della casa”.
Gli orchi della modernità, adelfi della dissoluzione, che nel nome di pari opportunità ed un femminismo antropologicamente selvaggio vorrebbero relegare la mamma ad un insensato quanto sterile e vuoto neologismo genitore 1 o 2, se non lo hanno mai fatto, o se lo hanno fatto e l’hanno scordato, prendano il tempo di poggiare la propria testolina sul petto di una madre, ne troverebbero immediato beneficio.
Approfittiamone della particolare giornata per ascoltare la leggera, profonda, allegra canzone di Bennato VIVA LA MAMMA.

Il contributo per La Voce del Trentino è di Emilio Giuliana, Progetto Nazionale.