IRREGOLARI… MA CON CONTINUI E REGOLARI CONTRIBUTI

Da settimane chi si trova in Italia è costretto a misure restrittive della libertà personale abbastanza pesanti a causa dell’epidemia da COVID-19.
Come da copione, per il gran “varietà della liberazione”, il Governo ha predisposto le “dovute” eccezioni affinché possa esser celebrata questa ricorrenza che tanto divide gli Italiani da decenni.
Al di là delle considerazioni politiche, che andrebbero comunque fatte, è mia intenzione fare due riflessioni: la prima, più importante, di carattere Etico e una Militare, partendo da cosa fosse una formazione “partigiana”; la seconda, di carattere meramente amministrativo, relativamente all’importanza economica attribuita a queste Associazioni.
Il dizionario Treccani, alla voce “Partigiano” dice: “Chi fa parte di formazioni irregolari armate che agiscono sul territorio invaso dal nemico esercitando azioni di disturbo o di guerriglia…”.
È proprio per l’aggettivo “irregolari” che trovo assurdo equiparare un partigiano ad un Soldato, qualsiasi sia lo schieramento di appartenenza. Un Militare combatte indossando e difendendo un’Uniforme, una Bandiera. Un guerrigliero irregolare compie atti di sabotaggio e guerriglia mescolandosi alla popolazione civile, nascondendosi dietro il proprio apparente status di “comune cittadino”.
Irregolari, per definizione, dicevamo ma non per lo Stato Italiano che mette le Associazioni dei partigiani al pari delle altre Associazioni d’Arma nelle voci di Bilancio, assegnando ad esse un totale di € 484.000 così suddivisi:
Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti in Spagna: 25.000
Associazione Nazionale Famiglie dei Martiri Caduti per la Libertà della Patria: 92.200
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia: 95.000
Federazione Italiana delle Associazioni Partigiane: 51.200
Federazione Italiana Volontari della Libertà: 87.600
Associazione Nazionale Partigiani Cristiani: 45.500
Associazione Nazionale Reduci della prigionia, dell’internamento e dalla Guerra di Liberazione: 87.500
A mio avviso un po’ troppi considerato che:
1- si tratta di formazioni “irregolari”
2- anche qualora equiparate, essendo terminata la guerra da 75 anni, il numero di effettivi appartenenti a queste “armi” dovrebbe essere esaurito per ovvie ragioni anagrafiche
3- Il bilancio complessivo dei contributi attribuiti a tutte le Associazioni d’Arma (quindi anche Alpini, Carabinieri e Paracadutisti, che vantano di essere molto attivi in Protezione Civile) ammonta a 1.700.000 €; questo significa che quasi un terzo dei contributi statali alle Associazioni d’Arma è destinato ad Associazioni che non solo non hanno carattere Militare, ma sono oltremodo anacronistiche.
Alla luce dei dati oggettivi, tratti dall’atto del Governo nr.83 del 30/04/2019, rimango stupefatto di come queste risorse, seppur relativamente poco importanti, non vengano maggiormente impegnate per quell’associazionismo militare che opera, come gli Alpini e i Carabinieri in congedo, tutto l’anno e in particolar modo, durante le fasi di emergenza, per il bene della collettività, anziché per coloro i quali tentano di mistificare il significato della Bandiera Tricolore alle finestre un giorno all’anno, soprattutto in questo periodo così difficile, dove Essa è tornata ad apparire come Simbolo di Unione e Speranza di una Nazione.

Luca Battista
Vice Presidente
Progetto Nazionale