Passato abbondantemente il primo semestre del nuovo Governo, il bilancio non sembra avere grossi utili. Diversa la comunicazione su alcuni temi, ma nel conto economico tutto sembra essere lo stesso del passato.
Più avanti dirò il mio pensiero circa la manovra fiscale ma ora voglio soffermarmi sul tema principale che, insieme all’improbabile “reddito di cittadinanza”, è stato il tema cardine per la vittoria del centrodestra targato Lega Salvini Presidente.
La forte e perentoria campagna elettorale centrata sul problema dell’immigrazione continua anche nel periodo post elettorale, rimanendo in pianta stabile sugli schermi e sui mezzi d’informazione in generale; grande battage propagandistico sul contrasto alle ONG che favoriscono l’immigrazione e ai “taxi di Stato in mare” (le vicende più note ed emblematiche quelle delle navi Aquarius e Diciotti). Il tasso di criminalità correlato alla forte presenza immigratoria (regolare e non), e il suo salto di qualità (vedi “mafia nigeriana”), destano comunque forti preoccupazioni.
Paradossale il progetto denominato Afroitalian Power Initiative, lanciato – non si sa ancora se in forma politica – da una arrogante politica italo-congolese.
Ad emergere dal quadro mi sembra essere soprattutto – come spesso accade nei momenti di cambiamento, vero o presunto – il ruolo della Magistratura, sempre più inquietante nella sua potente espressione militante e di sinistra.
Non ultimo il “caso Desiree” quale esempio emblematico (non trovo parole adatte per manifestare il mio disprezzo verso il trattamento subito da questa povera ragazza…), di autentica ingiustizia, prima e dopo la sua morte.
Ad ogni crimine si invoca l’inasprimento delle pene, quando in realtà ci vorrebbero solamente dei Giudici che le applicassero, le Leggi, anziché addentrarsi (a fini giustificativi a seconda dei casi) nel marasma delle interpretazioni normative. Due pesi due misure, non da oggi…
Un Battisti Cesare, dal caldo Brasile, ci sta ancora bevendo sopra! Come ci ha bevuto sopra un meno esotico Achille Lollo (in odore di grillismo), oggi collaboratore del sito lantidiplomatico.it e del giornale on line Contropiano.
Al di là dell’apprezzabile grande lavoro comunicativo di ribaltamento dialettico del Ministro degli Interni, va rilevato come la vicenda “barconi&Ong”, grazie allo zelante intervento di una certa magistratura, lo abbia in parte impantanato, sia mediaticamente che giudiziariamente, limitando fortemente una più efficace incisività sul problema.
Se la forte maggioranza di Governo non può comunque al momento essere messa in pericolo da una opposizione dilaniata dalle lotte intestine, di fatto a metterla in pericolo è un sistema giudiziario che i passati Governi di centrodestra non hanno minimamente ritenuto opportuno ripensare, riformare, ripulire.
Parte della magistratura ha un Dna di estrema sinistra, progressista, antinazionale, che esercita nello svolgimento delle proprie mansioni.
Una deviazione che nasce dalla abilità da parte della Sinistra (in tutte le sue sfumature) di occupazione militante dei gangli vitali della vita nazionale, laddove si formano ed orientano le generazioni future, con risultati che dovrebbero essere oggi sotto gli occhi di tutti, e soprattutto con la possibilità di contrastare e di incidere comunque anche quando politicamente si è impopolari (com’è oggi, appunto, per la Sinistra).
Per invertire la rotta occorre una lunga opera (non più derogabile) di rieducazione che investa la scuola, la famiglia, il senso del dovere, l’etica per trasmettere diverso orientamento alle generazioni, di sostituzione dello “Stato profondo” per poter dare seguito concreto ai propositi politici teorici.
Allora potremmo sperare in una rigenerazione che affronti con gli strumenti adeguati le piaghe della droga, dell’edonismo consumistico, della denatalità, dell’atomizzazione sociale e così via.
Piero Puschiavo