L’ineffabile attuale Segretario del Pd veronese, in una recente polemica a mezzo stampa con Flavio Tosi – e più in generale col governo – ci ha deliziato con la seguente perentoria dichiarazione: «Stendiamo poi un velo pietoso sui presunti meriti rivendicati dalla destra in tema di sicurezza: dei due mandati tosiani sono rimasti impressi nella memoria collettiva i pestaggi di stampo fascista in centro storico, culminati nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2008 con l’uccisione del giovane Nicola Tommasoli, preso di mira da un gruppo di neofascisti convinti di poter spadroneggiare indisturbati. (…)»
Ergo, la tragica morte del ventinovenne Nicola Tommasoli, avvenuta il 4 maggio 2008 dopo che la notte tra il 30 aprile e l’1 maggio era rimasto vittima di un alterco tra giovani, sarebbe l’esito di un “pestaggio di stampo fascista”. Falso! La sentenza di condanna non dice questo. È una strumentalizzazione bella e buona di cui ci si dovrebbe vergognare. Resta tutto il dramma umano di quella vicenda, della vittima, dei familiari e di chi fu ritenuto colpevole.
Ma non fu “pestaggio di stampo fascista”. Poco ci interessa qui l’aggettivazione “fascista” usata dal Bonfante nella sua dichiarazione, molto ci preme invece la reiterazione indiretta del cliché tanto caro al mondo della sinistra secondo cui da una parte ci sarebbero solo demoni, dall’altra (ovviamente la loro) solo angeli.
Per quanto riguarda invece la “memoria collettiva” sui due mandati tosiani, più che presunti “pestaggi di stampo fascista”, pensiamo che nella memoria di gran parte dei veronesi sulla sicurezza (e sul decoro) della città sia rimasto il ricordo di ben altra attenzione e miglior gestione da parte dell’allora amministrazione a guida Flavio Tosi.
Al di là poi della polemica sulle minori o maggiori risorse a disposizione dei Sindaci per affrontare la questione sicurezza, è palese la poca attenzione che gran parte delle amministrazioni di centrosinistra (Verona compresa) presta al tema, forse perché dovrebbe fare i conti tra le proprie visioni – non di rado utopiche – e i cortocircuiti sciagurati che vengono a crearsi nella realtà.
Fra qualche anno – comunque troppo tardi – potremo interrogare i veronesi circa il loro ricordo in merito alla “percezione” della sicurezza da parte dell’attuale amministrazione Tommasi, col suo seguito di mezzi preti, compagni della ZTL, pacifinti e intolleranti minoranze psicopatiche. E vedremo su cosa ci sarà da stenderlo, allora, il “velo pietoso”.
Progetto Nazionale – Verona