NELLA BUONASORTE E NELLE AVVERSITÀ GLI U.S.A. NON SONO UN ESEMPIO!

Eccoci qui, all’ennesima scialba dimostrazione di quanto oramai una parte di italiani ed europei sia succube di ciò che succede dall’altra parte dell’Oceano Atlantico.
Oggi, il solito carrozzone, composto da svariate sigle della sinistra mantovana (sempre meno critica e sempre più arcobaleno), manifesterà in piazza a Mantova in supporto al movimento Black Lives Matter; dopo altri capoluoghi, questo pretestuoso teatrino verrà allestito anche nella città di Virgilio.
La lunga scia di proteste è scaturita da un abuso di potere della polizia statunitense che purtroppo nella normalità agisce, indipendentemente dal fermato, con un modus operandi che a nostro avviso è spesso inaccettabile. Per meglio comprendere il fatto che l’ondata di proteste “spontanee” sia in realtà una gigantesca e strumentale montatura, si tenga in debito conto che la pattuglia che ha eseguito l’operazione dell’arresto dal tragico epilogo, era di costituzione multietnica, esattamente come lo è la società statunitense, e nonostante il misfatto lo abbia commesso un poliziotto “bianco”, vi è quindi un evidente aspetto di incongruenza dei teoremi contrabbandati da chi protesta contro “il razzismo”.
Il problema della natura dell’episodio va quindi cercato altrove, lontano dalle mire propagandistiche interessate.
Purtroppo, svariati sono i casi in cui si è manifestata una violenza apparentemente intrinseca alle forze dell’ordine americane, che a volte sfocia in veri e propri delitti (come testimonia appunto la vicenda di Minneapolis); ma probabilmente, dati e statistiche alla mano, è la violenza ad essere intrinseca alla società americana e alla storia degli Usa. La situazione negli Stati Uniti è molto variegata e complessa, e meriterebbe delle analisi oggettive accurate e degli approfondimenti che autoescludono chi ragiona per luoghi comuni ed in maniera semplicistica, come i promotori di questa manifestazione. Bombardati costantemente dai media mainstream, vediamo divampare il fuoco delle proteste dominate dal “movente razziale”, movente che guarda caso non viene mai scomodato quando si registrano vicende in cui a subire è un cosiddetto “bianco”, lì curiosamente si circoscrive il tutto nella cronaca anonima.
Bisognerebbe inoltre chiedersi come mai una parte di europei è così sensibile a ciò che succede oltreoceano quando tante cause dei mali europei originano proprio dalla federazione a stelle e strisce. Quel luogo geografico da dove, secondo alcuni si esporta democrazia e si irradia un faro di civiltà, ma dove invece alberga il male che non dorme mai, quello legato ai grandi centri del potere politico, finanziario, speculativo, quel male che intrallazza anche col terrorismo per i propri sordidi fini.
La forbice sociale causata dal capitalismo sfrenato e della legge della giungla liberista non permette a moltissimi cittadini statunitensi di poter ricevere cure mediche; lo stato sociale così come lo conosciamo noi è un miraggio; la tensione sociale è diffusa e sfocia facilmente in tumulti (in cui si infila di tutto e di più) quando se ne presenta l’occasione clamorosa.
Ma la dimensione delle attuali proteste è andata oltre, ed ha assunto un significato antigovernativo ed iconoclasta, fino al punto di abbattere statue che nulla centravano con la tematica razziale, dare sfogo agli istinti più bassi e bestiali, tra rapine, saccheggi e “caccia al bianco”.
Davvero abbiamo interesse in Europa a far “sbarcare”, per l’ennesima volta, il germe yankee di queste proteste? Proprio noi già così martoriati dalla tragica vicenda ancora in atto del Covid-19? Davvero vogliamo portarla In Italia, dove registreremo la più grande contrazione del PIL da decenni, dove i nostri imprenditori sul lastrico si stanno suicidando, dove molti operai a breve saranno disoccupati, nel caso non lo siano già, e con la Cig che arriva a singhiozzo? Davvero vogliamo portarla in Lombardia? Laddove abbiamo pagato lo scotto più alto in termini di vite umane e abbiamo assistito all’eroismo dei nostri medici in ospedali che sembravano “scenario di guerra”!? Davvero vogliamo portarla a Mantova? Laddove questa follia iconoclasta, se rapportata agli Stati Uniti, abbatterebbe anche la statua di Virgilio?
MA COSA CENTRA TUTTO QUESTO CON NOI?
Suvvia, finiamola con queste assurdità. Fortunatamente sul sacro suolo europeo la situazione è ancora in parte differente. La nostra plurimillenaria storia di civiltà è distonica rispetto alla storia americana.
Qui da noi, paradossalmente le forze dell’ordine hanno semmai il problema opposto ovvero faticano ad intervenire soprattutto sui soggetti stranieri (anche pluripregiudicati), a causa delle leggi che scagionano con facilità o inibiscono spazi di manovra, mentre è più facile vessare ed intervenire sulla popolazione autoctona che ha sempre “qualcosa da perdere”.
Siamo certi che voi non protesterete mai per la morte di un Tommie Lindh, patriota svedese – che noi consideriamo come martire europeo – accoltellato a morte da una gang di sudanesi mentre cercava di difendere una ragazza da uno stupro, ucciso due volte a causa del silenzio assordante dei media.
Perché non date voce alla vostra defunta democrazia, rimasta uccisa nel ridicolo dopo il più grande scandalo istituzionale dal secondo dopoguerra, quello della “Trama del Magistrato Tonno Palamara”, citando Cossiga?
In questo momento storico le “vere vite che contano” sono quelle di tutti gli italiani che sono stati massacrati dalla crisi economica, che ancora più inesorabile colpirà dopo l’estate. Una emergenza economica gravata dalla gestione dozzinale di un governo inetto ed incapace, che ha creato danni per decenni a venire.
Le proteste a cui guardare qui da noi sono quelle dei nostri connazionali, quelle che denunciano il mondo del lavoro distrutto; quelle contro chi ha rubato un futuro ai nostri figli.
Chi adesso si inginocchia odia l’Italia e odia l’Europa!

Progetto Nazionale Terre dei Gonzaga.