COMPLIMENTI AGLI OSPEDALI DI MANTOVA E PAVIA PER AVER INTUITO ED USUFRUITO DEL POTENZIALE DEL PLASMA

In questi giorni Mantova è al centro di falsi complotti e mezze polemiche, noi però cerchiamo di sviscerare le motivazioni e attribuire i giusti meriti.
Come tutti sanno, da diversi mesi gli ospedali sono impegnati nella cura dei malati di CoronaVirus senza sapere esattamente quali siano le cure più efficaci, visto che il virus era praticamente sconosciuto. Tralasciando le gravi inadempienze e gli ingiustificabili protocolli dell’OMS che da mesi pare rantolare nel buio nel contrasto a questa malattia ci occuperemo di due splendidi esempi sanitari nazionali.
Il personale del Policlinico di Pavia ha avuto l’intuizione che il plasma dei guariti da Covid-19 potesse contenere gli anticorpi utili per curare altri pazienti infetti. L’ospedale di Mantova “Carlo Poma” si è offerto subito di eseguire questa sperimentazione.
Così il direttore del reparto di Pneumologia Giuseppe De Donno con il suo staff ha iniziato a sperimentare questa cura su alcuni casi gravi di Covid-19 con trasfusioni di plasma di donatori che avevano già superato la malattia.
I risultati sono stati sin da subito incoraggianti e quindi si è proseguito su questa strada, ampliando il campione.
Ad oggi sono passate diverse settimane e moltissime persone sono guarite in tempi rapidi grazie a questa terapia con la magnifica notizia che nessuno ha manifestato effetti collaterali. Quindi i medici hanno deciso che è giunto il momento di pubblicare i risultati.
Qualcuno si sta chiedendo “perché non se ne parla?”. La risposta in parte è sopra: essendo una sperimentazione era necessario agire con cautela per non alimentare false speranze o festeggiare troppo prematuramente i risultati ottenuti.
Detto questo, semplicemente non è vero che vi è una condotta oscurantista: nelle ultime settimane ne hanno parlato trasmissioni RAI (TG2, Petrolio, Magalli), La7 (Tagadà), Mediaset (Barbara D’Urso) e di televisioni locali oltre che la stampa nazionale (Corriere della Sera e Fatto Quotidiano) e locale.
Questo elenco sarà sicuramente incompleto e il tutto è verificabile dalla pagina Facebook del dott. Giuseppe de Donno. Inoltre, c’è da considerare che non può essere segreta per un motivo molto semplice: serve trovare donatori di plasma per poter fare le trasfusioni e l’unico modo è pubblicizzarne il più possibile l’importanza.
Per fare questo è scesa in campo anche AVIS, che da prima di questa pandemia promuove la donazione di plasma con la campagna #gialloplasma, con tutte le proprie articolazioni locali per mettere in contatto potenziali donatori con il Servizio Immunotrasfusionale, diretto dal dottor Massimo Franchini.
Tra gli ultimi che ne hanno parlato ci sono anche il “borioso” virologo Burioni, ormai star della TV, che si è espresso con parole che in parte non sono state gradite da chi è impegnato in prima linea.
Noi stiamo dalla parte di chi, in ospedale, lotta per salvare delle vite e non di chi pontifica dal salotto televisivo di Fabio Fazio o dai social network.
Ringraziamo quindi tutti i dirigenti, i dottori (in particolar modo i già citati De Donno e Franchini) e gli infermieri del “Poma” che in questi mesi hanno permesso di provare e consolidare questa terapia.
Sappiamo inoltre che non si stanno fermando qui e vogliono creare un centro di ricerca indipendente.
Ci sentiamo quindi in dovere di condividere gli appelli a chi può donare il plasma iperimmune oppure i fondi per la realizzazione del centro di ricerca.
Un ultimo appello: le istituzioni non devono dimenticarsi di quelli che adesso definiscono eroi, di non tagliare più fondi alla sanità durante la prossima “Spending Review” e restare sempre vicini ai responsabili degli ospedali, non come il Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi che è stato etichettato durante una diretta Facebook come “unico sindaco a non aver chiesto al proprio primario se avesse bisogno di qualcosa”.

Progetto Nazionale
Circolo Terre dei Gonzaga