ALLUVIONE IN ROMAGNA

Ancor prima del disastroso evento che ha devastato un’importante zona
della Romagna, l’intera economia italiana si trovava già investita in una
preoccupante crisi correlata al crollo dei consumi, ciò dovuto alla
contrazione della circolazione monetaria, sino alla riduzione della capacità
di spesa dei singoli cittadini.
All’affannosa ricerca delle risorse necessarie per mitigare i danni economici
derivanti dal conflitto russo-ucraino, per far fronte alle schiere di
disoccupati, all’impoverimento delle famiglie e per i finanziamenti
necessari a sostenere le aziende in debito di liquidità, vanno ora aggiunte
anche quelle che ineludibilmente debbono essere approntate per
fronteggiare gli imprevisti danni causati dalle inondazioni, per ripristinare
le strutture produttive ed abitative indispensabili alla ripresa economica e
sociale dell’intero comparto romagnolo.
Il governo, ha repentinamente buttato sul piatto circa 2 miliardi, oltre ad altri
provvedimenti e sgravi temporanei, cui aggiungere la generosità di privati
sottoscrittori, l’indiscussa abnegazione della protezione civile e di migliaia
di volontari del territorio.
In questa situazione, a fronte di alcune decine di miliardi stimati solo per
ripristinare i danni dell’alluvione, quanto prospettato, risulta purtroppo
insufficiente; quando non si vuole o non si riesce ad allungare la coperta, o
ci si copre la testa, o ci si coprono i piedi.
Mai come in questi frangenti risulta per l’Esecutivo urgente e necessario,
più che opportuno, rompere ogni indugio e procedere all’emissione
monetaria parallela e diretta da parte dello Stato, senza essere gravata da
debito ed esente da interessi passivi per fronteggiare le impreviste spese
causate dall’alluvione.
Imbonire gli italiani con proclami rassicuranti che non saranno aumentate le
tasse per poi procedere a creare nuovi debiti, magari contratti con il sistema
bancario e l’Unione Europea, equivale a fornire lo zuccherino per tentare di
far ingoiare meglio l’amara pillola.
Non abbiamo il diritto e nemmeno la facoltà di indebitare ulteriormente le
generazioni a venire poiché è già assillante per tutti, specialmente per i
giovani, l’incertezza che ne deriva sul futuro.
Cerchiamo di non lasciare ai nostri figli un mondo peggiore di quello che
abbiamo trovato.
I politici non restino al palo!
Se l’ultima sciagura che ha investito il territorio romagnolo avrà avuto la
capacità di scioccare e di costringere a riflettere seriamente su tutto ciò, sino
a far intravedere la soluzione corretta, il sacrificio e le sofferenze di tanti
alluvionati romagnoli non sarà stato inutile e tanto meno vano.

Manuel Negri
Progetto Nazionale