PADOVA 17 GIUGNO: L’UNICA «OSCENITÀ» È CONFONDERE I CRIMINALI DI IERI CON CHI OGGI RICORDA I MARTIRI DI VIA ZABARELLA

Leggiamo – purtroppo senza stupore – un articolo su Il Mattino di Padova («Corteo
neofascista osceno. Subito l’identificazione di tutti i partecipanti. No intimidazioni alla
stampa», pag.18, mercoledì 19 giugno 2024) che definire surreale è dir poco.
L’oggetto dell’articolo è l’annuale commemorazione dell’assassinio per mano delle Brigate
Rosse dei missini Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci.
A parte flebili e generiche condanne di circostanza, non una parola sulla barbarie del
crimine, sulle abiette motivazioni e sulla impressionante sanguinosa contabilità delle gesta
dei brigatisti rossi; non un cenno sul clima padovano (e non solo) di odio, di violenza e di
prevaricazione dell’epoca perpetrato dalla Sinistra; nessun riferimento alla vergognosa
indifferenza e alle pusillanimi reticenze, a più livelli, di cui godettero le Br e il mondo
dell’Autonomia; zero riflessioni sul ruolo spregevole della stampa dell’epoca…Di questo,
nell’articolo, non si trova un rigo!
Tutto – nell’articolo in questione – ruota invece su altro, che in estrema sintesi è la
polemica sulla cosiddetta “estrema destra” e il solito spauracchio costruito ad arte sul
“ritorno del Ventennio”, il rischio di libertà conculcate e, udite udite, la terrificante
«ordinata disciplina».
Spacciare oggi lezioni sulla verità e sulla libertà, tacendo di fatto che allora vi era un
mondo politico che la libertà doveva conquistarsela quotidianamente, a costi altissimi,
compreso il rischio della propria vita, fa francamente sorridere.
Sempre più italiani sono stanchi di queste narrazioni a senso unico, ed è un bene.

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