IN SINTESI: FARLO ANZICHÈ DIRLO…

Gli sconvolgimenti della pandemia da Coronavirus sembrano destinati a modificare in modo strutturale sia le relazioni sociali che quelle economiche e politiche.
Lo slogan “distanti ma uniti” sembra imporre un rallentamento del processo di globalizzazione selvaggio, ma potrebbe anche, al contrario, condurre ad una società atomizzata, iper-individualista, avara di rapporti sociali e familiari e costituita da individui apatici, appiattiti sotto il peso di minacce globali permanenti, e perciò funzionali ad un unico villaggio globale telematico, guidato dalle regole che l’informazione mainstream saprà imporre.
Di sicuro, il divario tra finanza apolide ed economia reale è destinato ad allargarsi, la prima già equipaggiata per operare in ambienti asettici, privi di contatti personali e di utilità sociale, la seconda colpita proprio nella sua natura essenziale che la lega al tessuto sociale e territoriale.
In questo scenario di elevata incertezza occorre fornire alla popolazione punti di riferimento concreti ed attuabili, che non richiedano ulteriori sconvolgimenti socio-economici, per i quali oggi non vi sarebbe spazio né mentale né fisico.
Per questa ragione, occorre ripartire da obiettivi praticabili, tra i quali primeggiano l’attivazione della Cassa Depositi e Prestiti in funzione di banca pubblica, sul modello della tedesca KfW, e l’introduzione di una moneta fiscale a circolazione domestica.
L’adozione dei due provvedimenti può avvenire all’interno del perimetro dei Trattati europei e consente alle autorità nazionali di recuperare un notevole controllo sulla massa monetaria senza per questo aumentare il livello del debito pubblico.
Queste misure di base possono e devono essere associate ad un piano strategico di ri-nazionalizzazione di settori strategici quali sanità, trasporti, telecomunicazioni, banche, nonché di ricollocamento del debito pubblico sul risparmio domestico, sottraendolo alla speculazione internazionale ed alle agenzie di rating.
Una volta ripreso il controllo della finanza pubblica, dell’industria e del credito, il Paese potrà affrontare questioni strutturali e geopolitiche da una posizione di maggior forza, mettendo in discussione l’intera Unione Europea, il ruolo dell’Euro, financo le relazioni commerciali e gli accordi militari con i partner storici nord-atlantici.
Oggi, più che mai, occorre agire con scaltrezza, evitando lo scontro frontale con i centri di potere che oggi ci sovrastano, e che finiremmo per affrontare da una posizione di estrema debolezza. Occorre quindi muoversi ed osservare le mosse degli altri, “farlo anziché dirlo”, e preparare il terreno per un ritorno dell’Italia alla piena sovranità.

Dott. Alberto Micalizzi