ONORIAMO L’EROE TOMMIE LINDH

La notizia non è certo di quelle che trovano spazio nei media dominanti.
Un giovanissimo figlio di Svezia – e d’Europa – assassinato da uno straniero, uno di troppo, nello sciagurato sistema d’accoglienza spinta svedese, che ha prodotto nelle maggiori città (Malmö su tutte) del cosiddetto Regno di Svezia numerose no-go zones, delle aree urbane, che sarebbe un eufemismo definire “quartieri difficili”, ad altissima presenza straniera ed alto tasso criminale, nelle quali è estremamente rischioso anche per la Polizia avventurarsi (ancora nel 2016 un rapporto della polizia svedese elencava 53 “aree esposte” – «utsatta omraden» – di cui 15 “particolarmente esposte”, quelle che in pratica sono delle autentiche no-go zones).
Tommie, così si chiamava il ragazzo, nel tentativo di impedire uno stupro di una ragazza svedese ad opera di un immigrato africano più grande di lui, non ha esitato ad intervenire in difesa della connazionale, finendo però accoltellato a morte (spirerà qualche ora più tardi in ospedale in seguito alle ferite subite). L’assassinio è avvenuto l’11 maggio scorso nella cittadina di Härnösand, dove il diciannovenne viveva e studiava.
Diversi nazionalisti svedesi stanno cercando di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla terribile vicenda, visto che i vertici del governo e l’informazione addomesticata hanno steso un velo di silenzio su questo crimine, che non è purtroppo il primo; la sua storia ricorda infatti quella di un altro giovanissimo, Daniel Wretström, anch’egli assassinato da uno straniero, dopo essere stato aggredito da una gang nel dicembre del 2000 nel piccolo Comune di Salem.
Ci inchiniamo davanti all’eroismo del giovane Tommie, vittima del girone infernale del razzismo “multiculturale” in terra di Scandinavia.
Hans namn är Tommie Lindh! – Il suo nome era Tommie Lindh!

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